Bianco come le cime innevate dei suoi monti, verde come le dolci colline dell’entroterra e blu come il suo bel mare.
Questo è l’Abruzzo, “forte e gentile”: una terra tutta da scoprire, con centinaia di attività da fare e mille cose da vedere, che fa della varietà dei paesaggi e della ricchezza faunistica i suoi punti di forza.
L’Abruzzo è una tra le regioni più ricche di natura e, forse anche per questo, ha acquisito il titolo di “Regione Verde d’Europa”.
Questo territorio vanta, infatti, 3 Parchi Nazionali, numerose aree marine protette e un totale di 38 zone tutelate che ospitano all’incirca il 75% delle specie animali e vegetali dell’intero continente europeo.
Dalla montagna al mare, l’offerta naturalistica della regione è, dunque, tra le migliori e più vaste in Italia.
Una scelta lungimirante, di chi ha fatto dell’ambiente la propria prima risorsa e che proietta la regione in un ruolo di leader assoluto nel campo del turismo verde.
Una delle zone più suggestive dell’Abruzzo è sicuramente quella del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, al cui interno si trova appunto la catena montuosa della Laga e il massiccio del Gran Sasso, il più alto del centro Italia.
Istituito nel 1995, con i suoi quasi centocinquantamila ettari, è il terzo più grande parco naturale d’Italia e tocca ben tre regioni: l’Abruzzo, il Lazio e le Marche.
Una zona naturalistica di enorme pregio dove il netto contrasto tra imponenti massicci rocciosi e morbide e verdi colline crea altopiani di infinita bellezza puntellati da piccoli borghi ricchi di storia. L’ambiente naturale ideale per animali come il lupo, l’orso bruno marsicano e il camoscio.
Dopo questa presentazione d’obbligo, non è il caso di dilungarsi oltre perciò indossiamo scarpe comode ed entriamo nel vivo del parco!
1. Pietracamela
Nato nel XI secolo sulle pendici del Corno Piccolo e completamente immerso nella natura, Pietracamela è uno tra i borghi più belli d’Italia che mostra al viaggiatore uno scenario d’incomparabile bellezza.
Le sue ricchezze sono l’aria pura, la vista meravigliosa sul Gran Sasso, la semplicità di vita e il vecchio caro borgo di pietra, con i suoi angusti saliscendi sormontati da archetti e i vicoli lastricati. Ma la cosa che più ci ha colpito e conquistato è la moltitudine di bellissimi sentieri che partono da qui costeggiando fiumi, percorrendo boschi, vallate pietrose e sentieri dei pastori.
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2. Campo imperatore
Il “piccolo Tibet”, così è conosciuto l ‘altopiano più vasto della zona appenninica.
A quota 1800 metri è un luogo selvaggio, caratterizzato da infiniti prati frequentati da greggi di ovini e mandrie di cavalli in libertà, dolci colline, canyon e sporadici specchi d’acqua circondati da alcune delle vette più alte degli Appennini.
Prenditi il tuo tempo per goderne appieno: saprà regalare all’osservatore attento una moltitudine di emozioni indescrivibili in tutte le stagioni.
Proprio qui vennero girate la maggior parte delle scene in esterna di due film cult del filone spaghetti western, ossia “Lo chiamavano Trinità” e il sequel “Continuavano a chiamarlo Trinità”.
Una curiosità: dall’altra parte dell’altopiano si trova l’albergo di Campo Imperatore, prigione di Benito Mussolini dal 28 agosto al 12 settembre 1943, ad oggi il punto di riferimento per gli impianti sciistici e per le principali escursioni sul Gran Sasso.
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3. Rocca Calascio
“Sempre insieme, eternamente divisi…”: cosa ti ricorda?
Dopo aver percorso pittoresche e tortuose viuzze raggiungiamo a 1464 metri d’altezza un luogo magico, da cartolina: Rocca Calascio, una delle più suggestive ed incantevoli fortificazioni dell’Italia centrale, che con i suoi torrioni circolari in pietra bianca domina tutta la Valle circostante.
Da qui il panorama è davvero impressionante, ti sembrerà di essere fuori dal tempo e anche un po’ più vicini al cielo. D’altronde se National Geographic l’ha inserita tra i quindici Castelli più belli del mondo ci sarà un motivo, no?
Già arrivando da lontano è facile capire perché tanti registi hanno scelto questo luogo per girare i propri film: è una scenografia naturale, in tutte le stagioni dell’anno. Uno dei set più famosi è stato quello di “Lady Hawke” con Michelle Pfeiffer ( vi abbiamo dato un aiutino, perciò i più attenti lo avranno già intuito), oltre che “Il nome della rosa”, con Sean Connery. I numerosi terremoti negli anni hanno reso, comunque, necessari una serie di restauri conservativi.
Anche il borgo, prima abbandonato e poi trasformato in hotel diffuso, è un luogo da visitare per immergersi nella storia e nella cultura della regione.
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4. Ristoro Mucciante
Prima di arrivare a Campo Imperatore, lungo la Strada Statale che da Castel Del Monte conduce a Fonte Vetica, raggiungiamo un luogo che da alcuni anni è diventato vera e propria leggenda: il Ristoro Mucciante, una costruzione di legno, ritrovo di campeggiatori, camperisti, motociclisti ed escursionisti, dove il divertimento sta nel poter cuocere la carne sul posto e consumarla sui tavoli posizionati all’esterno della struttura.
Ovviamente non puoi andar via senza aver assaggiato i famosi arrosticini!
Una tappa obbligatoria per coloro che amano stare in compagnia e condividere un po’ di spirito goliardico, in una classica ambientazione d’alta montagna.
Curiosità: fu costruito per ospitare il “Way Station Café”, l’autogrill della stazione di servizio Texaco presso la quale i protagonisti del film “Autostop rosso sangue” di Festa Campanile si fermano a fare rifornimento durante una gita in California.
Terminate le riprese del film, la “stazione di servizio” è stata rilevata da Giulio Mucciante che proprio a due passi aveva un piccolo punto vendita.
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5. Santo Stefano di Sessanio
Arroccato su una collina a 1.251 metri sopra il livello del mare, Santo Stefano di Sessanio è certamente il più suggestivo borgo del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Costruito interamente in pietra calcarea bianca vanta un centro storico di origine medievale fortificato di incredibile bellezza.
Fortunatamente tutta questa bellezza non è passata inosservata bensì ha catturato l’attenzione di Daniel Kihkgren, giovane imprenditore svedese.
Kihkgren ha acquistato, infatti, parte delle abitazioni abbandonate del centro storico, le ha ristrutturate e, preservando l’estetica del borgo e del territorio, le ha trasformate in un progetto di “albergo diffuso”, Sextantio, dove dormire è come fare un salto indietro nel tempo.
Se sei amante dello slow food, inoltre, dovrai assolutamente acquistare o almeno provare le famose lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, coltivate tra queste montagne a partire dall’anno 998, quando furono importate dalla Turchia, come certificato da alcuni documenti monastici.
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6. Castel del Monte
Omonimo del castello pugliese patrimonio Unesco, Castel del Monte è un piccolo borgo arroccato, da sempre luogo simbolo della transumanza, che incanta con la bellezza e la maestosità del paesaggio che lo circonda.
La radicata tradizione rurale ancora oggi rivive ogni 17 agosto, la Notte delle Streghe, credenza assai viva in paese soprattutto tra gli anziani, in cui si ripercorre il suggestivo rito delle sette sporte (archi) con uno spettacolo itinerante attraverso stretti vicoli e viuzze, a dar vita ad un antico culto compiuto dalle donne per allontanare le streghe.
Anche qui non potrai esimerti dall’assaggiare il famoso canestrato locale dal sapore intenso, che ricorda il profumo dei prati. Degustarlo è come tornare indietro nel tempo e tutelarne la memoria è d’obbligo.
Avrai già capito che siamo dei buongustai!
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7. Strada maestra del Parco e Passo delle Capannelle
Assolutamente da vedere. È una delle strade più belle del Centro-Sud Italia, un territorio di confine tra il massiccio del Gran Sasso e la catena della Laga che collega la provincia de L’Aquila con quella di Teramo attraversando il famoso Passo delle Capannelle.
Man mano che si sale il paesaggio si allarga con grandi prati dove pascolano liberamente mandrie e greggi; ma il tratto più bello è proprio alla fine del percorso, fino al Passo delle Capannelle, a 1.300 metri di altitudine.
Il nome ‘Capannelle’ deriva probabilmente dalle piccole capanne di pastori dislocate lungo tutto il territorio; il valico, infatti, era utilizzato dalle greggi durante la transumanza dai monti abruzzesi verso le pianure romane.
Preparatevi ad incontrare splendidi paesi, vigneti e oliveti, storiche abbazie e la magia silenziosa della vegetazione: il luogo giusto per chi vuole allontanarsi dal caos cittadino.
Un luogo dedicato a tutti coloro che sono alla ricerca di un mondo diverso: un’esplosione di colori, sapori e suoni che cambiano al ritmo delle diverse stagioni e che lascerà senza parole anche il più esigente dei visitatori.
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